Tutti possono diventare veri giocatori di poker, con un po’ di passione e di impegno. Per cavarsela alla grande nelle partitelle casalinghe con gli amici o addirittura in qualche semplice tavolo live online è sufficiente conoscere alla perfezione tutte le regole della specialità con cui si sceglie di giocare. Certo anche il gergo appropriato fa il pokerista perfetto. Un tempo, quando si giocava quasi esclusivamente tra italiani i termini erano “lasciare” se si abbandonava il gioco; le carte dell’avversario si “vedevano” e nel caso si “passava” la mano. Oggi, rispettivamente, si “folda”, si “calla” o si “cecca”.
E’ quindi fondamentale, per giocare e divertirsi, conoscere le regole del poker e i giusti termini con cui oggi si indicano le mosse principali dell’azione di gioco. Vincere è un altro paio di maniche; certo si può vincere per fortuna o per caso, ma alla lunga non si va lontano, soprattutto se si ha a che fare con piatti ricchi. Vincere spesso è, spesso, questione di strategia! Non parliamo di strategie sopraffine, frutto di calcoli complicatissimi e astrusi; le strategie da impiegare per vincere ma anche godersi il gioco non sono molte e sono piuttosto facili.
Tutti saprete ad esempio cosa vuol dire bluffare, il termine oramai ha sconfinato dal tavolo verde e oggi viene usato nella lingua corrente. Chi bluffa al poker cerca di convincere gli avversari di trovarsi in una condizione che è esattamente il contrario di quella in cui si trova in realtà. Ho carte brutte, non riuscirò a costruire un punteggio decente nemmeno cambiandone quattro: devo bluffare e convincere l’avversario di avere in mano una scala reale. Ho una scala reale, ma devo fare in modo che gli avversari mi vogliano vedere: devo bluffare e convincerli di avere in mano niente di interessante. Qui entra in gioco il teorema fondamentale del poker, che sembrerà scontato ma riassume in poche parole qual è lo scopo del gioco e come raggiungerlo. In breve il teorema dice che: vince chi gioca le sue carte nello stesso modo in cui le giocherebbe se potesse vedere le carte degli avversari; in caso contrario si perde.
Se affrontate i primi tornei valgono poche sagge regole: occhiali scuri se temete di lasciar trasparire troppo; non giocare tutte le mani: è tipico dei principianti; bluffare poco e bene: il bluff è prezioso se si esagera si perde e ci si scopre; cercate, appena ne siete in grado, di tenere a mente le carte uscite dal mazzo.
Magari è presto per introdurvi al concetto della fold equity, ma prima o poi qualcuno dovrà dirvi cos’è! Si tratta della probabilità che il vostro avversario lasci il gioco, foldi, come reazione ad una vostra determinata azione. C’è un’equazione che indica la fold equity e che in sostanza risponde alle seguenti domande che il giocatore esperto deve porsi: “Quanto vinco quando l’avversario folda?” “Quanto perdo quando l’avversario chiama?”. Qui iniziamo ad addentrarci forse un po’ troppo nei tatticismi spinti, quelli necessari a giocarsela alla pari con i big mondiali del poker: ma non preoccupatevi: si vince e soprattutto ci si diverte, moltissimo, anche senza eccessiva padronanza della fold equity!